quinta-feira, 12 de julho de 2007

Filastrocca

Sono italiana, poco borghese,
amo il risotto (son milanese)
e tutti i cibi del mio paese.

Aristocratica poco palese,
mangio busecca: non ho pretese.

Pure se nobile senza brasone,
il nonno Ettore avea ragione
e preferito ha la canzone
e l'arie d'opera, di quelle buone
che gli causavan tanta emozione.

Per chi non sa, o non ci tiene:
"Ma vá in loggione, che ti conviene!"

Or faccio versi, or faccio prosa
di poco conto, non penso tanto...
pur se pensar mi piace alquanto:
sono italiana e me ne vanto!

Ma di Piacenza sento rimpianto,
dove studiando e schettinando
lieta ignoravo l'ore passando.

Che nostalgia dei corridoi,
del polverone fatto da noi!

Lì tutti i guai più o meno grandi,
impolverati, non parean tanti.

Nel mio ginnasio e caro e amato
quante amicizie vi ho lasciato!

Tutti ricordo, non mi confondo:
numeri, posti, davanti, in fondo..
anche il mio banco, sempre il secondo.

Gli ultimi invece eran per chi,
non so a che fare stavano lì.

Mista la classe coi ragazzini
che ci mandavano i bigliettini
d'amor ingenuo come i bambini.

Piacer facea l'ammirazione.
"Girati indietro, dammi attenzione!
Quanto mi piaci! Come sei bella!
Ti porto i libri e la cartella.
Possiam parlare solo un pochino
di matematica, storia, latino..
Tu che sei brava nel compitino,
fammi copiare: m'han riprovato
perché sì tanto ti ho pensato!"

"Se non volevi esser bocciato
meglio sarebbe aver studiato.
Lasciami in pace, sloggia da me,
tanto non voglio saper di te!"

(Ma che cattiva!!!!)
E la vita trascorreva
sì giocosa mi pareva...
Meno lieto, per il vero,
era chi prendeva zero
in condotta specialmente,
cosa che, difficilmente
li lasciava preoccupati;
tanto, poi, eran bocciati!

NANA

Nenhum comentário: